MERIDIANA ROMANA

E' la riproduzione di uno dei tanti orologi solari rinvenuti a Pompei. L'ora  segnalata  dall'estremità dell'ombra, che uno stilo orizzontale proietta sul quadrante è quella del sistema orario, ad ore ineguali, in uso presso i Romani.

L'orologio, costruito sulla superficie concava di una parte di sfera, riproduce rovesciata la volta celeste sulla quale il Sole apparentemente si sposta nel suo moto diurno e annuo. L'ombra dell'estremità di uno stilo orizzontale, segue questi spostamenti e consente la lettura dell'ora e della data d'inizio delle stagioni. Dal punto dove è fissato lo stilo si dipartono le 12 linee orarie, attraversate dalle curve stagionali del solstizio invernale e degli equinozi. La curva del solstizio estivo è definita dal bordo stesso della superficie. Tali curve sono divise dalle linee orarie in 12 parti uguali secondo il sistema orario detto temporario, in uso presso il mondo greco e romano. Tale sistema orario divide l'arco diurno (dì ) in dodici parti uguali numerandole la 1a, 2a, 3a...ora, a partire dal sorgere del Sole e chiudendo la 12a col suo tramontare. La sesta ora termina con la culminazione del Sole in meridiano. Allo stesso modo viene suddiviso l'arco notturno (notte). Poiché la durata del dì e della notte variano con le stagioni, la durata dell'ora diurna è diversa da quella notturna e variabile nel corso dell'anno. Per questo si parla anche di ore ineguali. 


        

Laboratorio di astronomia